San Remo 2002

«Bisogna amare i comici perché sono come santi, sono un regalo del Cielo»

Grazie, sono qua proprio per un atto d’amore. Chiedo scusa se comincio con questaparola, enorme ma grossa grossa, perché i comici sono zuppi d’amore, non si chiede a’ comici di essere anche saggi, perché quando s’è innamorati s’è mezzi scemi. Innamorati e saggi è concesso solo a Dio. E allora si sbaglia proprio per amore. Bisogna proteggerli i comici, perché sono come santi, sono un regalo del Cielo. Scusate questo spot per la categoria a cui sogno di appartenere. I comici sono una cosa bellissima, loro infrangono le regole, fanno quello che gli pare, sono viziati come dei bambini, ricchi d’amore, non gli importa nulla, si farebbero ammazzare per quello che amano. Contrabbandieri senza licenza, hanno il potere di far piangere e ridere: il potere più grosso del mondo. Bisogna baciarli, volergli bene perché è un fatto d’amore(...). Non li si può imprigionare. Non c’è verso di tenerli boni. L’importante è che è proprio un fatto d’amore. Perché quando si ama si sente. Mi farei ammazzare quando uno dice una cosa diversa dalla mia, perché io lo amo, lo amo.

«SCUSI SIGNORA RICCIARELLI» - Questo Festival ... a parte mi sembra sia diventata una cosa hard core , veramente pornografica qua: il prossimo anno la regia la fa Tinto Brass. È un festival tutti ignudi. L’argomento del Festival è diventato il tuo pisello ( rivolgendosi a Baudo )... I capelli di Baudo e il suo pisello sono gli argomenti principe del Festival. Una volta solo io ero adibito a mettere le mani in quella zona. E la signora Ricciarelli, che me ne scuso naturalmente, vero... ma io credo di essere stato prima della signora Ricciarelli. Io sono il primo che ha osato, ve lo giuro e ne sapevo tutte le qualità. Ora ho sentito la Ferilli che ha raccontato che così è, Fiorello... il passaggio a livello... Ora, siccome io sono stato il primo, vorrei vedere come sta la situazione. Voglio brevi manu ... Ma... ma... fermi... fermi... questo è uno scoop micidiale, uno scandalo: i capelli sono veri, è il pisello che è finto. È finto... i capelli son veri... ma ho sentito tutta una cosa spaparanzata... com’è cambiato signora Ricciarelli, ma io dico, proprio una cosa puntuta, un carciofaccio. Sembravano du’ ova... c’ha l’ovo di Ferrara. L’ha nascosto lì. Eri d’accordo con Ferrara. Da lì mi tiravi le ova. Ma io dico... Ferrara non c’è, se no l’avrei visto. Ho sentito quando ha chiesto 50 biglietti al signor Saccà. Tutti pensavano per i suoi amici ma li aveva chiesti solo per sé. Io non ho mai avuto paura perché ha detto «Tiro la verdura e l’ova a Benigni. Vengo da Roma». Tanto sapevo che li mangiava prima di arrivare. Parto da Roma, arrivo a Orte: aveva già mangiato tutto. Se arrivava a Orte, grasso che cola, come dice Ferrara quando suda. Ora io dico... per carità... poi ha scelto male, se fa il tiro a segno io a lui lo piglio di sicuro, è lui che non... È che io gli voglio bene, per carità.

«SE I POLITICI FANNO I COMICI...» - Ma insomma questo pisellaccio... Senti un po’ come ce l’avrà i politici... per esempio quel politico... quello lì che fa le corna, che racconta le barzellette... no Pippo Franco... quell’altro... se i politici fanno i comici e i comici fanno i politici siamo rovinati... Silvio Berlusconi (...) pensa, secondo me non c’ha nulla, ha tutto un falso in bilancio, rogatorie, tutti dei paccacci di roba laggiù... tutti avvisi, mandati di comparizione, tutta una situazione di roba... Di Pietro: Di Pietro veramente non c’aveva niente perché lui non si occupa di queste cose, Di Pietro. Di Pietro era convinto di non avere niente, finché un giorno si è spogliato e ha visto questa cosa enorme: ma questo che c’azzecca. È lì che è venuta fuori la frase... Fassino: Fassino pure... fine: una tagliatellina fine fine fine, ma proprio una tagliatellina. Ferrara: pensa Ferrara come ce l’ha, il problema è trovarselo. Perché proprio non se l’è mai visto, gira rigira... eppure ce lo dovrei avere. Ferrara è una cosa spettacolare... ora io dico, qui veramente è diventato uno spettacolo hard core ... Ora c’è il nuovo assetto della Rai: Gasparri alle Telecomunicazioni, Baldassarre alla presidenza, ma Melchiorre: il terzo re magio lo vogliamo trovare o no? Per sistemare cercano Melchiorre. Vogliono fare tutte cose di qualità, quindi tu Baudo sei spacciato, rovinato. Tutti, Vespa, Santori, Costanzi, Biagi... Biagi lo voglian rovinare, gli lasciano la spazzatura, lo vogliono umiliare: l’anno prossimo gli fanno presentare Sanremo...

«RAGAZZE, LETIZIA DEL MONDO» - Io volevo vedere le due ragazze... mi spetterà anche a me una cosina con loro... Oh mamma mia... ( va verso la Arcuri ) Signorina un momento sotto, uno solo esco subito, un secondo ( le alza l’abito lungo ) ( Verso la Belvedere ) un secondo... quanto son diverse da te ( rivolto a Baudo ). L’ha c’è proprio l’Aleph, da dove si vede tutto il mondo, questa guarda come ride ( la Belvedere ): proprio la letizia del mondo nei loro occhi... ho una voglia di saltargli addosso. Faccio mio il grido di Borrelli: resistere, resistere, resistere! Non ce la faccio, ma che bellezza (...) siete un mistero senza fine, bello (...); E’ una cosa proprio d’amore... Vedi: Fede, Fede ama Berlusconi. Emilio Fede lo amo anch’io. Lui ama Berlusconi proprio da morire, lui lo ama non in maniera platonica, proprio lo tromberebbe. Non voglio fare battute su Emilio Fede, è come sparare sulla Croce Rossa, poverino. No a me mi piace, mi è simpatico. Perché lui ama e quando si ama, a me la gente mi è simpatica. Scusate i termini che ogni tanto mi escono, siamo anche abituati dalla politica... ho visto Sgarbi con le Iene ... le Iene che spettacolo... «culattoni, culattoni, vaffa’nculo, vaffa ’n culo, ma che cazzo, chiamo Confalonieri»... tutte ’ste parolacce... ora io dico: quello, sottosegretario alla Cultura. Ora io, vedi, che ho fatto la sfilza con Raffaella Carrà, m’aspettavo mi dessero almeno il ministero della Pubblica Istruzione...


«TU, IMMAGINA, ARRIVA DIO» - Ma dico: se tornasse il Nostro Signore come ci giudicherebbe? Tu immagina, arriva Dio improvvisamente e trova la Terra così un casino, un inferno, guerre di qua guerre di là, e chi si fa male, la foresta bruciata, il buco nell’ozono... Oh mamma, Pietro guarda laggiù, oh mamma che casino le guerre... tutte a nome mio poi, che sono lo stesso dappertutto, guarda che casino, quante trasfigurazioni genetiche... E quello che è, il mandarancio? Quello mica l’ho fatto io. Hanno fatto fare l’amore a un mandarino con l’arancio è venuto fuori il mandarancio. Quello che è, il cane lupo? Ha fatto l’amore un cane con un lupo ed è venuto il cane lupo. E quello che è: la zanzara tigre. Veramente è una zanzara?... E quello che è? Quell’incrocio stranissimo...? No, quella è una persona. Chi? Giuliano Ferrara. Sì, Giuliano Ferrara, sia pure con un mazzo di verdure in mano. Sta andando a Sanremo...

«TUTTI SULLA COLLINA» - Pensi: Giudizio universale... perché si arrabbierebbe. Tutti di qua: gli arabi, i palestinesi, i faraoni, i cinesi che non c’entrano sulla collina... Cinesi tutti di là, non ci si entrano, madonna quanti ce n’è... vi sistemo dopo... aspettate un momentino voi di là ... voi di qua... politici, tutti di là: sarete sottoposti al giudizio mio e di Pietro. Berlusconi: Di Pietro anche qua... è una tortura proprio... Sì, andrete nelle fiamme dell’Inferno e quelli più cattivi sotto, divorati dalle Iene. «Culattoni, ora chiamo Confalonieri»: Sgarbi appena sente nominare le Iene... è una cosa tremenda. E uno dice: «Silvio, Silvio». «Chi è che mi chiama Silvio?». È Emilio Fede. E lui: «No, io mi chiamo Dio, no Silvio». Lo vede proprio come Dio, no? Tutti ’sti cinesi li sistemo dopo... dov’è Fassino... vallo a trova’ Fassino: è come cerca’ un ago in un pagliaio, capirai. Perché è il contro-Ferrara: a destra c’è Ferrara a sinistra c’è Fassino per far vedere la differenza... Spostatevi... dividetevi: quelli che avevano il conflitto di interesse e non l’hanno risolto di là, quelli che l’hanno risolto di qua. Berlusconi dove va? Vada dalla parte bona! Oh mamma: che è quel girotondo di bambini? No, è Nanni Moretti che sta facendo il girotondo. No, è un grande regista: ha fatto «La stanza del figlio» che non è piaciuto a Ferrara perché voleva un film su di sé: «La stanza del Foglio». Via, spostatevi... quelli che hanno detto che aumentavano le pensioni e non le hanno aumentate di là, quelle che l’hanno aumentate di qua: Berlusconiii... Silvio... si fa per scherzo. Guarda che lavoro... guarda quelli che corrono dietro a quell’altro: sono tutti quelli licenziati che inseguono Maroni, sono quelli dell’articolo 18, è un complesso musicale. Fermateli o l’ammazzano. Baudo tiri fuori il suo passaggio a livello... Chi è que’ cannibali che girano intorno a quella persona? Chi è lì in mezzo? Giuliano Ferrara. Eh... lo so che è un bel bocconcino ma non si può. Ferrara se ne vada da lì, se no la mangiano. Se n’è andato? I cinesi: tutti al posto di Ferrara, c’entrano anche i giapponesi.

«QUANDO SI AMA SI PUO’ PECCARE» - Ora che siete qua tutti insieme volevo fare una fotografia: chi è quello che fa le corna? Berlusconi, la smetta... Vi ho dato tanti insegnamenti, dice Dio, ma ce n’è uno che li racchiude tutti ed è quello di sant’Agostino: ama e fai ciò che vuoi. Quando si ama si può peccare, si può saltare addosso, guardate qua ( verso la Belvedere ), alle delizie del mondo che quando sorridono si improfuma l’aria di viole intorno a noi. Guardate qua: è una quiete accesa, una salute lucente. Queste non sono donne, sono il ministero della Sanità. E’ una cosa d’una bellezza. Quando si ama si può fare quello che ci pare perché l’amore è la mano di Dio sulla spalla dell’uomo. Quando amano, anche i cani abbaiano in rima. E non si deve amare un po’ così e un po’ cosà, ma continuamente: l’amore che s’accende e si spenge, si fulmina. Bisogna amare con grandezza. L’amore che vivacchia, che tira a campare, more. L’amore è il Nettuno del sangue. E quando non si sa finir la frase, quello vuol dire che si ama. L’amore è l’unica limitazione della libertà che ci rende più liberi. E’ una cosa maravigliosa, proprio con la A. E allora io, proprio per dedicarvi questo, lo ripeto, vi vorrei dedicare i versi più hard in questa sede di Sanremo, dove ormai s’è parlato d’amore e scritti da una persona vivente, un pover omo, insuperati, di una scandalosa bellezza dedicati alla donna per eccellenza che è la Madonna, Maria Vergine. Versi scritti nel 1300, insuperati. Durano poco poco e fanno così: «Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio, tu sei colei che l’umana natura nobilitasti... ( i versi del XXXIII Canto del Paradiso di Dante proseguono fino alla settima terzina ).
È un omaggio alla donna... (ovazione) No, no, che mi viene... se vi potessi far vedere il mi’ cuore, il mi’ corpo è in tumulto... ve lo farei vedere che batte forte, ve lo tirerei in faccia questo affetto centuplicato per mille perché vi voglio un bene che travalica le montagne, dovunque vada... E per finire, perché l’amore per la persona amata è il più grande di tutti, persino più di quello di quando siamo nati, che se i nostri genitori ci hanno fatto scendere dal cielo alla terra, l’amore per la persona amata ci riporta dalla terra al cielo. Coltiviamo l’amore per la persona amata. E volevo concludere con questa canzone scritta insieme a Cerami e musicata dal maestro Nicola Piovani che si intitola(...) «Quanto t’ho amato»: «Se tu mi avessi chiesto come stai, se tu mi avessi chiesto dove andiamo, ti avrei risposto...» (La canzone segue)

«BUON LAVORO PRESIDENTE» - Grazie. Grazie ancora per questo amore... e un augurio ai tre presidenti: al presidente neo eletto Baldassarre che ha avuto belle parole per me e belle parole per come farà funzionare tutto l’assetto televisivo; al presidente Ciampi e alla Signora che devono stare lì a far sì che funzioni giustizia e bellezza e al presidente Silvio Berlusconi con l’augurio che ognuno di noi quando va a letto, lui agisca in modo da farci sentire orgogliosi di essere italiani. Buon lavoro presidente! Buon lavoro! Grazie, non me lo scorderò mai fin che campo.

dal "Corriere della Sera"

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LA PREGHIERA La «poesia» recitata da Benigni è l’inizio della preghiera che san Bernardo rivolge a Maria nel XXXIII Canto del Paradiso di Dante. Sette terzine (ma l’orazione è di tredici) in cui san Bernardo canta le lodi della Vergine
SAN BERNARDO
Bernardo (1090/91-1153) costruì nel 1115 l’abbazia di Chiaravalle e si dedicò all’incremento dell’ordine cistercense (che segue la regola dell’ ora et labora ) del quale può essere considerato fondatore accanto a san Benedetto

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui se' a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
se' di speranza fontana vivace.

Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz'ali.

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate.»

 

 

 

 



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